ALLA SCOPERTA DI BADIA POLESINE
Esistono luoghi che pensiamo di conoscere e di sapere, e attraverso questa nostra cultura, a volte, giudicarli privi di valore e d’interesse.
A questa logica, purtroppo non fugge il nostro territorio polesano. A molti il paese di Badia, non susciterà grandi emozioni, anzi, provocherà uno stato tra l’indifferenza e l’avversione, ma basta sollevare leggermente il velo dell’ignoranza, scrostare la patina opaca del pregiudizio negativo, per scoprire una realtà che nel suo passato e nel presente manifesta lo spessore socio culturale del polesine, nel contesto veneto ed europeo.
Questa esplorazione territoriale, già iniziata con la visita guidata alla città di Rovigo, ha visto la presenza del gruppo delle pari opportunità, dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Rovigo, sabato 3 giugno 2017, alla scoperta dei tesori e dei gioielli della città di Badia Polesine. L’escursione, accompagnati dalla sapiente e appassionata guida di Mara Barison, nota a livello cittadino per il suo amore e passione per la propria patria, ha condotto il gruppo, eterogeneo per provenienza dai paesi polesani, tra le vestigia del passato e i monumenti del presente, che la comunità badiese ha saputo recuperare e riproporre, per il futuro delle generazioni che verranno.
La visita è iniziata, e non poteva essere diversamene, dalla “Vangadizza”, l’abbazia benedettina che da mille anni rappresenta e vigila sul territorio altopolesano. Dopo aver ammirato la badia, recuperata dal dominio francese, restaurata e recuperata alla città.
la visita è poi proseguita, tra i parchi e le dimore degli illustri cittadini badiesi, fino a giungere all’ottocentesco teatro Sociale, centro della vita artistica e teatrale, recuperato con un lungo e attento restauro, oggi sede non solo di spettacoli, ha nel suo ridotto, della celebre collezione d’arte moderna di Eugenio Balzan.
La comitiva è giunta dopo una passeggiata per le vie cittadine, presso la chiesa parrocchiale, il Duomo, dove si sono potuti ammirare le opere di pregio e della religiosità popolare, della presenza bimillenaria cristiana.
Molto è rimasto ancora da scoprire e ammirare, ma il tempo ci ha trascinati verso il tramonto, il crepuscolo, che ne siamo sicuri non avvolgerà più la capitale dell’alto polesine.
Simone Andretto