DANZARE PER CAPIRE: alcuni non vedenti alla Biennale di Venezia

Nel mese di giugno, e nella prima settimana di luglio, a Venezia, nell’ambito del 9. Festival Internazionale di Danza Contemporanea la Biennale di Venezia in concomitanza con la 14. Mostra Internazionale di Architettura, un gruppo di 15 persone non vedenti e ipovedenti del Veneto ha avuto modo di partecipare a un percorso di sperimentazione attorno al gesto, la danza, la comunità, incontrando – sul terreno comune del corpo – coreografi e danzatori professionisti, tra cui il danzatore non vedente Giuseppe Comuniello. Vi presentiamo una selezione della rassegna stampa relativa all’evento, che si è articolato in due progetti principali (Danze per capire e Insegnamento),  e alcune testimonianze dei partecipanti.

 

Il 9° Festival Internazionale di Danza Contemporanea Biennale di Venezia

La presentazione del Festival della Biennale Danza, dal titolo Mondo novo – gesto, luogo, comunità recita: “è un Festival che intende creare aperture e passaggi, viaggi nella città e percorsi di ricerca, ricomporre una storia biologica del corpo, mettendo a confronto i corpi splendidamente diversi, ponendo lo spettacolo al pari di una pratica dello sguardo che esercita lo spettatore alla frequentazione del gesto”. Così scrive Virgilio Sieni – direttore artistico della Biennale Danza – denunciando il carattere sperimentale della manifestazione, svoltasi negli spazi delle Corderie dell’Arsenale all’interno della 14. Mostra Internazionale di Architettura diretta da Rem Koolhaas, in spazi deputati alla ricerca sul gesto, sui fondamentali principi che costruiscono la danza e i suoi processi creativi. Il pubblico ha potuto assistere alle evoluzioni di un incontro inatteso tra performer e gente comune: anziani, bambini, adolescenti, non vedenti, alla prima esperienza di danza.

http://www.labiennale.org/it/danza/news/10-04d.html?back=true

http://www.labiennale.org/it/danza/direttore/

Per la sezione Danza e Architettura: “Ci saranno le danze di Giuseppe Comuniello, interprete non vedente e portatore di un diverso alfabeto espressivo. Il percorso di trasmissione tra danzatori e non vedenti porterà quotidianamente all’elaborazione di brevi brani coreografici in forma di duetto, trio e quartetto, ricreando lo spazio della rappresentazione tra i visitatori della mostra.”

http://www.labiennale.org/it/danza/news/28-05.html

Danze per capire – “è un percorso di trasmissione tra non vedenti e danzatori che porta quotidianamente all’elaborazione di brevi brani coreografici in forma di duetto, trio e quartetto. Vengono presentate delle forme coreografiche in progress ricercando/ricreando lo spazio della rappresentazione tra i visitatori della Mostra di Architettura. Ogni visione, ogni performance si intervalla con l’altra, dando vita a un calendario continuo di accadimenti, replicabili più volte al giorno, e della durata di 3-10 minuti”.

Il percorso di sperimentazione Danze per capire, laboratorio rivolto a non vedenti e danzatori, realizzato presso le Corderie dell’Arsenale di Venezia, ha permesso la nascita di un piccola comunità danzante, accomunata da un linguaggio di movimento co-costruito. Nei giorni di lavoro, si è intessuto infatti un dialogo sui meccanismi del corpo, percepito in relazione allo spazio e al ritmo, ricorrendo al contatto e a una tattilità non quotidiani. Il movimento danzato si è rivelato mezzo di comunicazione ed espressione immediato, modalità privilegiata di ascolto e sintonizzazione con le emozioni e le sensazioni proprie, dell’altro e del gruppo. Il pubblico ha potuto assistere a un processo di trasmissione del gesto e delle possibilità di movimento scaturite da questo incontro, assai fertile anche per i danzatori professionisti, chiamati a perdere i soliti riferimenti visivi e spinti a trovare dall’interno, e con l’altro, nuove modalità per creare danza.

Il percorso è stato guidato dal danzatore non vedente Giuseppe Comuniello e da Gaia Germanà assistente del coreografo Virgilio Sieni, con la collaborazione di Giulia Mureddu (danzatrice della Compagnia Virgilio Sieni). Hanno partecipato: Tania Andreis; Sara Binaschi; Mariangela Cassano; Tiziana Castorina; Arianna Elvironi; Ilaria Frenez; Valentina Germanà; Barbara Marchiori; Elisa Moscato; Stefania Pagnossin; Renato Rizzo; Thomas Rossetto; Beatrice Rubin; Lorenzo Zennaro; Graziella Zuccarato. Insieme alle danzatrici: Patrizia Becchetti; Chiara Castaldini; Elisabetta Cortella; Bianca Lisa De Chirico; Elisa Zelani e Bianca Zueneli.

Ecco alcune testimonianze:

“Ci è stata data una grande opportunità di provare una nuova esperienza sia di tecnica di danza, che non conoscevo, sia di conoscenza di persone davvero speciali. Il non vedente vive il sentire il proprio corpo forse più intensamente di altre persone e coglie anche i minimi movimenti esterni o i fremiti interni della danzatrice con cui è a contatto” (Stefania Pagnossin).

“È stato un percorso intenso, sfaccettato, complesso e anche faticoso ma soprattutto arricchente. Ho imparato che il mio corpo ha un suo peso e che posso lasciarlo andare perchè in certe situazioni c’è qualcuno pronto ad accoglierlo e a sostenerlo. Ho lasciato andare un corpo che non sapeva lasciarsi andare, ho provato la sensazione del peso, del darlo e del riceverlo. Abbiamo poi continuato a fare dei movimenti e forse per la prima volta in vita ho sentito che il mio corpo era bello, che aveva movenze morbide e gradevoli, che era sinuoso e armonico. Certo che però danzare è complicato! mi chiedo ancora oggi che il percorso si è concluso cosa significhi. mi hanno detto che tutto ciò che abbiamo fatto noi faceva parte della danza contemporanea e che era sperimentazione. Sicuramente per me molta sperimentazione: ho sperimentato di avere un corpo che si muove e che non è ridicolo quando lo fa, un corpo che se educato bene è in grado di avere una buona postura e di provare anche la sensazione dell’equilibrio, è snodato e si può estendere in tutte le direzioni” (Arianna Elvironi)

“Partecipare al progetto (tra Giugno e Luglio) mi ha dato molta molta carica. Ho avuto modo di dar spazio alla mia personale ricerca del “bello” attraverso le sue varie manifestazioni e sfumature, permettendomi di “toccare” con mano la spiritualità che si nasconde al suo interno. Il “bello”, per me, sta nelle relazioni, nei gesti, nelle parole, nel clima che si respira e costruisce, nei luoghi (Arsenale), nei contesti (la magica cornice di Venezia), nelle musiche…, nei sorrisi e nelle lacrime di qualcuno, nel modo di accompagnare l’altro anche prendendolo fisicamente per mano con tocco attento e sicuro.” (Valentina Germanà)

“Da non vedente ero convinta di conoscere bene la fisicità, la tattilità. Faccio anche molto sport.  Nella vita quotidiana però il mio modo di muovermi è spesso intralciato da ostacoli mobili e immobili. Con la danza ho scoperto e potuto comprendere che i movimenti, il modo di articolare un gesto, il prolungare delle sequenze in uno spazio “sconosciuto”, mi aiutano a essere più coraggiosa, dato che la danza non si concentra prevalentemente in una porzione di spazio, ma si può “viaggiare”.  Mi sono avvicinata a questa forma d’arte senza avere nemmeno idea di quel che andavo ad affrontare, ma dopo qualche giorno me ne ero già innamorata. Creare qualcosa dal nulla, vedere una serie di sequenze prendere forma, e poi fare tutt’altro le volte seguenti. Potrebbe sembrare come la tela di Arianna, da fare e disfare. In realtà si avvicina più ad un puzzle: crei dei piccoli tasselli per poi arrivare ad incastrarli tra loro. (Tiziana Castorina)

 

Insegnamento – All’interno del progetto speciale Biennale College – Danza di Virgilio Sieni Vangelo Secondo Matteo, spettacolo presentato in tre cicli a luglio al teatro alle Tese dell’Arsenale di Venezia, è stato proposto nell’ambito del I ciclo (il 4, 5 e 6 luglio) il quadro Insegnamento, che ha coinvolto cinque non vedenti e cinque danzatori, insieme a un cane guida, in una performance sul tema della trasmissione del gesto.

 

Così scrive Sieni in merito al suo Vangelo: “Un viaggio nelle pieghe dei volti e nella verità del gesto. Il progetto sarà articolato in 27 quadri interpretati da danzatori, anziani, bambini, gente comune, non vedenti, artigiani, madri, padri e figli, interpreti provenienti da varie regioni italiane e da altri continenti. Ogni azione nasce seguendo un processo di ascolto e trasmissione: ascolto del proprio gesto in risonanza all’altro, aprendo ciascun quadro alla dimensione della tattilità e dello sguardo. Nell’affrontare quelle che saranno vere e proprie azioni coreografiche, gli aspetti della misura, del ritmo, della qualità della figura e del gesto dialogheranno con l’iconografia del racconto evangelico. Le incertezze e le fragilità di alcuni risuoneranno nella manualità e nella postura di altri: in tal senso il ciclo dei quadri si incontra con le generazioni, corpi e attitudini, esperienze e qualità. Potremmo dire che ogni quadro andrà ad abitare allo stesso tempo il luogo dell’iconografia e quello della memoria personale. Ci affideremo alle qualità individuali degli interpreti, alla diversità del gesto per creare un arcipelago di presenze. Gesti e volti, adiacenze e sguardi, daranno luogo ad un affresco che intende far emergere il senso di comunità, del vivere donando alla figura e al corpo il gesto della danza”.

http://www.labiennale.org/it/danza/9-festival/docs/vangelo-secondo-matteo.html

http://www.labiennale.org/it/danza/9-festival/docs/vangelo-secondo-matteo-quadri.html

 

Sul libretto di presentazione dell’evento, relativamente al quadro Insegnamento, si legge:

“Una comunità di persone non vedenti incontra un gruppo di danzatori a formare una serie di duetti. Un incontro tattile con l’altro segna i margini aperti di uno spazio rituale, all’interno del quale interrogarsi sul senso della trasmissione: come insegnare all’altro se non incarnando nel proprio corpo l’unicità di quell’uomo? Una mimesi che ripensa la vista come strumento tattile di indagine delle articolazioni, dove un volto può dirigersi verso l’altro senza la necessità di osservare. Il movimento viene accolto dallo sguardo del danzatore e riproposto sotto forma di sussurri e sfioramenti all’interprete non vedente, che lo restituisce al mondo attraverso il proprio corpo. Gli interpreti sono dunque coralmente coinvolti in una serie di percorsi sottovoce in cui il tempo mostra la propria densità e la memoria prende gradualmente corpo, pur restando priva di forme visibili a cui fare appello. L’apertura degli occhi del danzatore corrisponde al lento scoprirsi del corpo del non vedente, in cui il gesto trasfigura continuamente se stesso e si fa immagine non scritta, e mai conclusa, di un dialogo.”

Partecipanti: Giulia Mureddu e Ramona Caia; con Chiara Castaldini; Tiziana Castorina; Bianca Lisa De Chirico; Arianna Elvironi; Gaia Germanà; Valentina Germanà; Stefania Pagnossin; Beatrice Rubin. A cui aggiungere Gilda, cane guida.

Rimandiamo a questo video per ascoltare la testimonianza del coreografo sul percorso svolto con i non vedenti:  https://www.youtube.com/watch?v=xobYp3JRbRM&feature=youtu.be

 

Siamo molto contenti dell’esperienza, che pure ha avuto qualche intoppo organizzativo. È nostra volontà proporre altri percorsi che proseguano su questa linea, anche per dare l’opportunità a chi non è riuscito a prendervi parte, nella complessa cornice della Biennale, di provare a misurarsi con un linguaggio artistico che è di tutti e per tutti, in altri contesti. Crediamo molto nel diritto alla bellezza e nella possibilità di ognuno di sviluppare sentieri personali di trasformazione ed emancipazione attraverso il corpo, nella danza in particolare, strumento privilegiato per la libera espressione e l’invenzione, la creatività. (i referenti del progetto: Gaia Germanà e Giuseppe Comuniello)

 

 

Rassegna stampa di riferimento:

Danza e Architettura http://www.labiennale.org/it/danza/news/28-05.html

video di presentazione del coreografo Virgilio Sieni: http://www.labiennale.org/it/mediacenter/video/fundamentals50.html

Il Festival Biennale Danza http://www.labiennale.org/it/danza/news/10-04d.html?back=true

Virgilio Sieni http://www.labiennale.org/it/danza/direttore/

 

Massimo Marino a proposito di Giuseppe Comuniello: http://www.doppiozero.com/materiali/scene/biennale-danza-la-citta-risvegliata

Michela Finizio su Danza e Architettura:

http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2014-06-09/cosa-vedere-biennale-architettura-41-progetti-raccontano-nostre-citta–142217.shtml?uuid=ABTo2FPB&nmll=2707

Chiara Castellazzi sul Festival:

http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2014-06-13/la-biennale-danza-virgilio-sieni-fa-vivere-citta-architetture-comunita-101221.shtml?uuid=ABboikQB

Distefano su Vangelo secondo Matteo:

http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2014-07-17/il-folgorante-vangelo-secondo-matteo-virgilio-sieni-biennale-danza-152624.shtml?uuid=ABTeCqbB

Chiara Levorato su non vedenti e neuroni specchio:  http://www.venezianews.it/index.php?option=com_content&task=view&id=7468&Itemid=337

 

Video sul Vangelo:

http://video.ilsole24ore.com/TMNews/2014/20140714_video_16434580/00022950-biennale-danza-lemozione-del-vangelo-corporeo-di-virgilio-sieni.php

 

Contatti:

Gaia Germanà:  gaia_germana@yahoo.it ; 3487500181

Giuseppe Comuniello:  giuseppe.comuniello@fastwebnet.it

 

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